Terramare è un lungo viaggio di formazione che porta l’eroe (gli eroi) a compiere mille e più avventure fino a cogliere, comprendere, cercare, proteggere, ristabilire un equilibrio, in sé stessi e con il mondo.
Terramare, Ursula Le Guin, trad. Ilva Tron, Mondadori, 2020
Earthsea (Terramare) è una splendida lettura che solo superficialmente può definirsi fantasy, in realtà è molto di più ed è ben poco etichettabile, proprio come la sua autrice, l’americana Ursula K. Le Guin, figlia di due antropologi e scrittrice di grandissimo spessore che ha sempre posto in primo piano temi profondi e attuali nei suoi romanzi, per quanto fantastici fossero.
Terramare è un lungo viaggio di formazione che porta l’eroe (gli eroi) a compiere mille e più avventure fino a cogliere, comprendere, cercare, proteggere, ristabilire un equilibrio, in sé stessi e con il mondo.
Una delle cose che più mi ha colpito è l’armonica compenetrazione tra una dimensione fantastica e avventurosa dalle sorprendenti possibilità narrative, con la dimensione umana che avvicina con delicatezza ai temi esistenziali più profondi. La forza della Le Guin è di trasportarci in un mondo altro sospeso ma anche assai concreto, fatto di quella materia umana che tanto interessava alla Le Guin.
Nell’ambientazione di un arcipelago vastissimo di isole, con uomini e donne che “fanno cose” normali, abbiamo dunque città, paesi, castelli, regnanti, animali, agricoltura, commercio, ma anche maghi qua e là, draghi, scuole di magia, spiriti e forze ancestrali misteriose. C’è la lotta tra il bene e il male, in cui quest’ultimo è rappresentato dalle parti oscure presenti negli uomini, le ombre dell’interiorità, le parti socialmente non accettate quali l’ambizione, l’egoismo, il desiderio di potere…
Figura costante e centrale di tutti i romanzi è il pastore-mago Ged, che conosciamo bambino nel primo volume, poi apprendista mago alla ricerca della propria identità e sfidante i limiti, infine mago potente. Non è il semplice personaggio che lotta con se stesso per aderire al ruolo di eroe salvifico: il suo percorso di formazione è denso di sfumature che si sviluppano in un libro per poi evolversi nei successivi, passando dalla crisi dell’eroe per approdare alla piena consapevolezza che lo porterà, nell’ultimo libro, a operare per ristabilire l’equilibrio perduto tra gli uomini e l’ambiente/vita.
Altre figure di volta in volta compaiono come co-protagonisti e compagni di viaggio: giovani eredi al trono, una sacerdotessa, una giovane ragazzina, un mago, e molti altri.
Alla base di un telaio ben solido rappresentato da una trama avventurosa ed emotivamente coinvolgente, scorrono moltissimi temi che sfiorano la filosofia, la psicologia, l’antropologia; tra le righe leggiamo di ambizione umana, di pregiudizio come motore delle relazioni, di limiti e responsabilità individuale nelle scelte, di amore e senso di sacrificio, di accettazione della propria identità e della finitezza umana, del desiderio di onnipotenza. Infine, della ricerca, spesso faticosa, di un equilibrio, tra diverse forze ed energie, interiori e ambientali.
Leggere Earthsea / Terramare per me ha significato restare incollata alle pagine, sopraffatta dalla tensione narrativa, ma anche fluttuare sospesa in pagine infinite in cui sembrava non accadere nulla… quasi un viaggio mistico nel quale la Le Guin mi ha tenuta saldamente agganciata, con perfetto equilibrio.
Età di lettura consigliata: 10+
(recensione a cura di Silvia, tratta dal blog delle Galline Volanti)