STORIE DI QUADRI A TESTA IN GIÙ
Bernard Friot, trad. classi 4G, 4H, 3G della Sezione Internazionale del Liceo L. Galvani di Bologna
Il Castoro, 2015
L’idea venne al suo editore francese, Milan. Friot inizialmente rifiutò. Poi, resosi conto che niente come il continuo rimando tra immagini e parole poteva stimolarlo in maniera tanto caleidoscopica si mise al lavoro ispirandosi a “quello che Mussorgsky aveva creato in Quadri di un’esposizione”.
Il risultato è una pinacoteca virtuale di trentasei tavole, che vanno dal 62 d.c. al 1965, e ventotto testi in cui l’autore francese, poeta, scrittore, traduttore e più volte paragonato a Rodari per quella grammatica di fantasia di cui sono intessute le sue storie, cambia di continuo registro narrativo spaziando dai piccoli temi della quotidianità ai grandi temi esistenziali, al surreale. Dall’immagine al racconto, e viceversa, attraverso dialoghi, monologhi, testi epistolari, narrativi, poesie, Friot ci trascina nel turbine della sua immaginazione contagiandoci con una straordinaria esperienza estetica: quella della lettura dell’opera d’arte che suggestiona sensi e mente stimolando il processo creativo. Grande la potenzialità didattica del libro, che intriga per varietà di stili e soggetti iconografici, e che ci addentra nella bellezza della lingua in cui Friot, maestro della forma concisa e breve, si mantiene sempre a livelli altissimi. Commuove l’intensità de La bambina malata apposto all’omonima tavola di Edvard Munch. Incanta e, giustamente, sorprende il surreale Sorpresa, abbinato a La patria di Herbert Hoover di Grant Wood, con l’omino che colleziona nasi da pagliaccio sbucato dal terreno come una talpa. Ci fa sorridere, e riflettere, Punizione, posto ultimo non a caso, a fine percorso creativo (racconto preludio a tre quadri tra cui San Sebastiano di El Greco), dove un ragazzino ci rivela che per punizione visiterà la Galleria Nazionale:”Due ore a trascinarmi davanti a quadri orrendi, tra ritratti di vecchiette e robe incomprensibili di arte moderna. Morirò di noia. Lo sento”. Ironica avvisaglia al lettore che verrà.
Età di lettura: 10+
(recensione a cura di Elena Baroncini, tratta dal # 109 di Liber)