SPOSERò BERLUSCONI
Nicola Cinquetti
Rizzoli, 2010

Apparirà scontato, ma non si può che partire da questa domanda: si può far leggere ai ragazzi questo romanzo che, nel titolo e nella trama, infila nientemeno che Sua Berlusconità? Risposta semplice: sì, si può, anche ai ragazzi. E non è nemmeno necessario siano troppo grandi: terza media, perfino quei lettori che anche inseconda hanno più confidenza con la lettura. Si può anche se il libro non è del tutto per ragazzi: Rizzoli infatti lo pubblica nella collana 24/7, per lettori… giovani, non meglio identificati.

La domanda seguente la rubo al commento di qualche adulto addetto ai lavori: ancora una storia con un ragazzino un po’ imbranato e famiglia un po’… sfigata? Risposta: sì, ancora una, ma non si vede dove sia il problema: se qualche adulto ha fatto overdose di queste storie, la cosa non riguarda il giovane lettore che invece cresce e attraversa quel po’ di libri che incontra e non il catalogo intero della biblioteca. Se poi qualche libro di questo genere è di troppo, prendetevela con quello e non certo con questo di Nicola Cinquetti: bello, fresco, sincero, e pure divertente.
Insomma, paletta verde per la storia di Noè, che è la storia di uno di noi … anzi, uno di loro, i ragazzi. Noè, nome un po’… così, ma che perlomeno non ti fa scomparire:
Quella di chiamarmi Noè, in un certo senso è una fortuna, perché è un nome che mi distingue dagli
altri. Se mi fossi chiamato Alessandro, Andrea, Marco … sarei scomparso in un anonimato senza speranza. (…) Anche se per altre ragioni non era affatto divertente chiamarsi Noè. C’era sempre qualche cretino che ti chiedeva “e allora, sono arrivati i due liocorni?”_p. 24

Quindici anni, un padre mai conosciuto, una madre troppo apprensiva, un ossessivo medico omeopatico che incombe su di lui, una passione infantile per le sorprese degli ovetti kinder (annessa sorpresa delle carie dentarie) e una per le storie dei filosofi, dalle quali Noè trova consolazione e insegnamenti per la sua vita… grigia. Grigia fin quando a illuminarla non arriva Arianna, compagna di classe già da molti mesi, ma che un bel giorno s’accende di luce propria nella mente fin troppo fervida di Noè, gran sognatore e incapace di prestare attenzione a un professore che è uno. Colpa di Noè? Macché, colpa dell’angelo di pietra che campeggia fuori dalle finestre di scuola e che riempie la testa del nostro di battaglie coi diavoli dell’inferno; colpa degli scoiattoli e del profumo del bosco, colpa dei ricordi, colpa di tutto ciò che ti ruba il pensiero. Colpa di Arianna, che ti ruba ogni pensiero.
Come può fare uno come Noè, per niente bello e in nessun modo attraente, a fare colpo su una come Arianna? È qui che entra in scena lui, Super Silvio. Non vi dico come. Non vi dico nemmeno se il suo aiuto basterà. Non vi dico se Noè ce la fa, perché farcela non è importante: l’importante è provarci:
La mia voce era ferma, quasi calma. Avevo trovato il coraggio. La mia stanza era piena di cadaveri di plastica, la vasca da bagno era sparsa di vetri, ma io avevo trovato il coraggio. E sentivo che lei, per una volta, non si sarebbe messa a piangere, sentivo che mi avrebbe risposto._p. 98

Ancora una domanda, prima di finire: volete fare un esperimento? Allora leggete Sposerò Berlusconi, e poi leggete Sono tossica di te, di Beatrice Masini. Adesso prendete Carolina – voce dolorante del romanzo della Masini – e il suo filo di tormento femminile per quell’amore sbagliato, prendete Noè e il suo spago triste eppure scanzonato e fateli incontrare. Vivranno per sempre felici e contenti? Non credo, ma come ci hanno insegnato Noé e Charlie Brown (devono essere cugini): una bambina dai capelli rossi, o biondi o mori, non la si può negare a nessuno. Nei sogni, quantomeno.

(recensione di Eros Miari, tratta dal sito Fuorilegge)