MIGLIOR LIBRO A FUMETTI – PREMIO ANDERSEN 2020: Per la forza di una narrazione necessaria e urgente, volta a inquadrare vicende storiche sottolineandone però con uguale intensità l’attualità intorno al tema dei diritti civili; per la capacità di rendere accessibile a tutte e a tutti, anche in età evolutiva, una storia poco nota, pure attraverso l’adattamento in letteratura illustrata.

Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin, Émilie Plateau, trad. Silvia Mercurio, Einaudi Ragazzi, 2019

La vicenda di Rosa Parks, statunitense afrodiscendente, è nota.

Il primo dicembre 1955, a Montgomery (Alabama), mentre viaggiava su un autobus di trasporto locale, si rifiutò di cedere il proprio posto a sedere a un passeggero “bianco” (forse rosa), così intervenne la polizia e venne arrestata; ne seguì un processo che contribuì, nel quadro ampio della stagione per i diritti civili, a porre fine, tempo dopo, alle politiche di segregazione razziale negli Stati Uniti d’America.

Alla sua storia hanno attinto scrittori e scrittici, anche in Italia; si pensi, ad esempio, all’albo illustrato L’autobus di Rosa (Orecchio Acerbo, 2011) di Fabrizio Silei e Maurizio A. C. Quarello o al romanzo No (Edizioni EL, 2010) di Paola Capriolo.

La vicenda di Claudette Colvin, anch’essa afrodiscendente, è meno nota. Il due marzo 1955 a Montgomery (Alabama), mentre viaggiava su un autobus di trasporto locale, si rifiutò di cedere il proprio posto a sedere a un passeggero “bianco” (forse rosa), così intervenne la polizia e venne arrestata; ne seguì un processo che, per varie, questioni, non ebbe l’eco che nove mesi dopo si propagò grazie al rifiuto di Rosa Parks.

Eppure la vicenda di Claudette è una delle scintille, forse l’innesco, di quel movimento che dopo l’analoga storia di Rosa determinò il boicottaggio dei mezzi di trasporto locale, battaglia decisiva del movimento che condusse – pure grazie alla testimonianza di Claudette – nel 1956 alla fine delle discriminazione sugli autobus dell’Alabama; e poi, estendendosi e protraendosi in un decennio di lotte, all’abolizione definitiva della segregazione in tutti gli Stati Uniti con il Civil Rights Act del 1964.

Le spiacevoli situazioni vissute da Rosa e da Claudette sono del tutto analoghe, con un’unica sostanziale differenza: Rosa era una matura lavoratrice; Claudette era una studentessa adolescente e quindi più fragile ed esposta alle pressioni sociali del mondo adulto.

Altre questioni e tutta la vicenda le scoprirete tra le pagine del romanzo grafico dedicatole da Émilie Plateau sulla scorta della biografia realizzata da Tania De Montaigne: Noire, la vie méconnue de Claudette Colvin, uscita in Francia nel 2015 e insignita lo stesso anno del Premio Simone Veil.

Nella trasposizione a fumetti, la disegnatrice ci regala – con un segno pulito e vibrante, giocato in un disteso utilizzo dello spazio di composizione e nell’essenzialità delle sfumature di colore accostate a bianco e nero – un’occasione per tutte le generazioni e per tutti i tipi di lettori.

Un’occasione da non perdere, grazie alla quale ripercorrere un pezzo della storia del Novecento.

Età di lettura consigliata: 10+

(recensione a cura di Anselmo Roveda, tratta da Andersen # 370)