L’ORTO DI SIMONE
Rocío Alejandro; trad. di E. Vaccaro
Kalandraka, 2018
Deciso a piantare delle carote, il coniglio Simone recinta prima di tutto l’orto con una staccionata. Le sue intenzioni solitarie sono lampanti ma, poiché i muri lasciano il tempo che trovano, da lì a poco il suo orto pullula di vicini provvisti di ortaggi da aggiungere alla coltivazione e di una buona dose di socievolezza. Quello che doveva essere un giardino individuale prende così una forma diversa grazie a un produttivo lavoro di squadra e a un’idea del protagonista, inaspettata, che vale più di mille raccolti. L’albo, vincitore del Premio Internazionale Compostela 2017, dice con garbo dell’importanza ma soprattutto del buon sapore della condivisione, dedicando uno speciale sguardo a un mondo – quello in cui il rapporto con la terra è diretto e fecondo – così poco presente nella quotidianità di tanta infanzia. Lo fa con uno stile originale e che richiede grande pazienza, la stessa d’altronde che i tempi della natura insegnano ad avere. I diversi elementi che compongono le illustrazioni sono, infatti, frutto di timbri realizzati dall’autrice: accurate matrici che grazie a sottilissime variazioni restituiscono l’idea di un giardino che pian piano cresce e si trasforma. Una scelta felicissima, questa di Rocío Alejandro, non solo perché regala alle tavole – tutte giocate sui toni del nero, del bianco e dell’arancio – un aspetto interessante, ma anche perché può ispirare il lettore nella realizzazione di un proprio orto di carta e perché sottolinea con efficacia il ritmo iterato del racconto. Il libro procede infatti per accumulazione, aumentando man mano il numero di ortaggi coltivati e di personaggi coinvolti. La loro è letteralmente un’invasione di campo, ma anche di pagina: via via che pennuti e quadrupedi si aggregano alla truppa contadina lo spazio dedicato alle parolesi fa arabile, assottigliandosi in favore delle illustrazioni. Ne emerge un’armonia di fondo davvero apprezzabile, poiché la crescita dei personaggi e delle sementi va di pari passo con la crescita della ricchezza e dell’animazione delle tavole. E infine, su tutto, cresce anche il buonumore. Perché un orto di tutti è in primo luogouno spazio in cui le relazioni si possono coltivare quanto e più delle verdure.
Età di lettura: 4+
(recensione a cura di Elena Corniglia, tratta da Liber # 119)