LA SIGNORA DELLA CASA ROSSA
Ja Seo, ill di Stephane Girel; trad. di F. Desiderio
Sironi, 2014

In Svezia, una bambina cambia casa e trova una nuova vicina. La signora è gentile, garbata, autonoma, allegra. Alcuni piccoli gesti di benvenuto, come l’offerta di biscotti fatti a mano, avviano l’amicizia, una relazione gratuita fatta di condivisione, curiosità e sostegno. La signora è anziana, ha problemi di salute che vengono affrontati in modo adeguato con un’assistenza pubblica fatta da persone capaci di gesti precisi e amorosi e di umana compassione. Allo stesso modo la comunità, attraverso il Comune e di nuovo le persone singole, si occupa della casa, corpo anziano anch’esso, e della sua manutenzione. Dei racconti, dei segni imperfetti che la vita imprime nella memoria e nel cuore, della stratificazione dell’identità si occupano le relazioni vitali e intergenerazionali quella fra bambina e signora che, a esempio, produce nuovi segni e nuove figure per i muri, le “pagine” della casa.
Raccontare storie di vite possibili in altri paesi, non visti come paesi esotici o guardati con la lente del folclore, ma come esempi di altri modi possibili, di altre gestioni pubbliche, di altre motivazioni civiche, di altri dolori e stupori è una grande motivazione per offrire storie e visioni. Il team della scrittura coreana e delle favolose illustrazioni francesi riesce nell’intento di portarci in un’altra situazione dove potremmo trovarci noi stessi. Il racconto non cerca semplificazione e non è affatto pietistico o didascalico.
La storia è del tutto verosimile, e gli oggetti che compaiono nelle figure di Girel sono l’ambulanza, il vassoio, la coperta, il tetto, il gesso, la sedia a rotelle, i disegni sui muri. I gesti dei personaggi sono pieni di dignità e semplice umanità. I bambini, con la forza della loro apertura e del loro senso di giustizia, hanno diritto a questo: a conoscere altre strade, altre storie, che offrano la possibilità di essere amici o vicini di casa in modo attivo, o sindaci in erba, o altro ancora. Vien da chiedersi: la letteratura, dopotutto, non è sempre racconto della realtà? Cosa raccontare ai bambini di davvero importante? Dove invitare il loro sguardo? L’invito della signora della casa rossa sembra dire “guarda vicino, guarda bene, guarda ognuno, guarda adesso, guarda noi, guarda domani…”

Età di lettura consigliata: dai 6 anni.

(recensione a cura di Marcella Terruso, tratta da Liber # 104)