Questo racconto lungo è una bella dimostrazione di come sia possibile fare una narrazione godibile e a tratti divertente ruotando praticamente solo intorno a un argomento che di allegro pare non avere nulla: un funerale.
I tre funerali del mio cane, Guillaume Guéraud, trad. Flavio Sorrentino, Bianconero, 2020
Babino, il cane del protagonista, è morto investito da un’auto e il ragazzino, insieme ai tre amici più cari e alla sorellina, cerca di preparare un funerale degno, pur dovendo, causa disguidi vari, ricominciare da capo tre volte.
Il racconto è in prima persona: Nemo racconta il dolore, la tristezza e poi il suo amore per Morgana; parla di super-eroi e ascolta gli amici riproporre i momenti felici con Babino, ma anche dire cose schifose che fanno sorridere. La capacità di Guéraud sta proprio lì: saper dare voce a Nemo e mettersi ad altezza ragazzino di fronte a un tema come la morte: si parla di un cane, ma le tappe di questo inizio di lutto sarebbero le stesse se si trattasse di una persona; l’autore riesce a dire la crudeltà del dolore e la dolcezza del ricordo inserendolo in un tempo quotidiano, nel caldo del pomeriggio, nella pausa della partita di pallone e rendendo così sulla pagina quel che la morte semplicemente è, una parte della vita.
Molti avranno la tentazione di far finire questo libro tra i libri “utili”; non sarebbe male se invece finisse tra le proposte di lettura senza motivo se non perché si lascia leggere bene e facile. E se volete proprio trovarci un tema, che sia amore, cane, amici.
Età di lettura consigliata: 10+
(recensione a cura di Caterina Ramonda, tratta dal blog Le letture di Biblioragazzi)