I CINQUE MALFATTI
Beatrice Alemagna
Topipittori, 2014
Ecco, basterà leggere alcune pagine – in stampatello maiuscolo – di questo singolare albo per capirne lo spirito e gli intendimenti. Il bucato, il piegato, il molle, il capovolto e lo sbagliato vivono in una casa sbilenca, sempre sul punto di rovinare, sono inconcludenti e pigri e l’unica cosa che sembra divertirli è discutere su chi sia, fra di loro, il più malfatto. Un giorno arriva dalle loro parti il perfetto (un essere con tutte le cose al loro posto e perfino una fluente capigliatura rossa). Ovviamente inorridisce e li invita a darsi da fare, a trovare “un progetto, una soluzione, un’idea […] Dunque non servite a nulla! Siete delle vere nullità!” Ma i cinque, dopo un’iniziale delusione, hanno buon gioco a ribattergli che va bene così, giacché in fondo ognuno di loro nasconde un dono che gli altri non hanno, tipo far passare la rabbia attraverso i buchi o vedere, da capovolto, cose che gli altri non riescono a comprendere. E lo lasciano lì: “A bocca aperta. Come un vero, perfetto stupido”. Una riflessione sorridente e in punta di piedi sull’accettazione di se stessi e dei propri limiti, che sovente possono diventare pregi. Un piccolo inno alla diversità. Un illustrato arioso e brioso dove il segno originalissimo si esalta in un gioco di piccole sottolineature, di ripetute invenzioni impertinenti e poetiche che esaltano il rapporto con il testo. Una palette elegante e quasi smorzata ma vibrante di mille nuances e un raro senso della composizione completano le grandi doti di Alemagna che nel 2010 ha vinto il premio Andersen come miglior illustratrice.
Età di lettura consigliata: dai 4 anni
(recensione a cura di Walter Fochesato tratta da Andersen # 316)