martedì 20 aprile alle 21
presso la libreria
IL GIARDINO DELL’ANIMA E L’ANIMA DEL GIARDINO
ne parliamo insieme a
MARIA ROSA CASIRAGHI, coltivatrice
e LOREDANA PREVITALI, psicologa
Un giardino è un insegnante eccelso. Insegna la pazienza e l’attenzione; insegna l’operosità e la frugalità; soprattutto insegna la fiducia totale. (Gertrude Jekil)
Ci sono vari modi di accostarsi a un giardino. I più sono dettati da interessi estetici o botanici o collezionistici. Se però pensiamo a quanto giardini, orti o piante in genere entrino nella nostra vita di tutti i giorni in forme trasversali (arte, musica, letteratura, poesia, cinema, pubblicità, ricorrenze, perfino vendite promozionali al supermercato) ci rendiamo conto di come ne siamo influenzati: è quindi riduttivo pensarli solo in forma utilitaristica.
Un giardino risponde a bisogni che non sono di ordine animale ma tocca corde profonde proprie dell’animo umano. Gli elementi con cui si ha a che fare sono LUCE, TERRA e ACQUA: elementi potenti che fanno la vita stessa.
Tutte le culture hanno sempre sentito la necessità di avere propri giardini e questi hanno sempre rispecchiato l’epoca in cui erano inseriti. I giardini odierni non sono da meno. Ai nostri occhi appaiono scontati, il più delle volte ridotti a semplici orpelli. In realtà riversiamo anche su di loro il nostro stile di vita e il fatto che i nostri sguardi non siano più consapevoli delle loro potenzialità fa sì che gli Dei si ritirino e la nostra anima si impoverisca. Il giardino può invece diventare un vero maestro di vita: prendendoci cura di lui apprendiamo come amare noi stessi perché tutto ciò che accade in un giardino accade anche nella nostra vita.
Maria Rosa Casiraghi
Di che cosa parliamo quando parliamo di “giardino”? Quali immagini suscita “dentro di noi”, ossia cosa ci rappresentiamo e in quale tempo tempo ci collochiamo? Se definire “l’anima di un giardino” appare complesso e forse bizzarro, trovare una corrispondenza fra un giardino reale ed uno spazio interiore può forzarci ad un infinito gioco di metafore. Eppure la concretezza di ogni giardino ci rimanda a stati psichici non meno tangibili nell’esperienza dei vissuti di ognuno. Nell’era delle comunicazioni facili, veloci, immediate, capita spesso di pensare di vivere in una triste epoca di ammutolimento. Allora ciò che un giardino voluto testimonia é esperienza di cura e intimità con se stessi ma, al contempo, luogo della ricerca e espressione della necessità di un dialogo con i propri simili. “Interlocutore é chiunque si soffermi a notarlo e stupirsene”.
Loredana Previtali
L’invito a questa serata di chiacchiere a ruota libera su questi temi non può che concludersi con le parole di augurio della giardiniera eccelsa Gertrude Jekil (1843-1932): “conoscere la duratura felicità che ci viene data dall’amare un giardino”.