I CINQUE MALFATTI
Beatrice Alemagna
Topipittori, 2016

Già il titolo di questo libro può essere un primo argomento di confronto con i bambini, chiedendo loro semplicemente che cosa significa “malfatti” e cosa può voler dire? In copertina si trovano effettivamente cinque personaggi un po’ buffi, particolari, uno addirittura a testa in giù, ma che sembrano anche decisamente sereni e felici.
I protagonisti di questo delicato e arioso racconto sono cinque amici che vivono insieme in una casa storta e sgangherata, un po’ come loro. Ogni personaggio infatti ha un qualche difetto che lo rende appunto “malfatto”: il primo ha quattro buchi in mezzo alla pancia, il secondo è piegato in due come una lettera da spedire, il terzo è molle, sempre addormentato, il quarto è capovolto a testa in giù e l’ultimo…una vera catastrofe, sbagliato dalla testa ai piedi. Eppure sono felici, non riescono a concludere nulla nella vita, ma in realtà non hanno neanche tanta
voglia di fare granchè, anzi si divertono un sacco a vedere chi dei cinque è il più malfatto.
La lenta malfatta serenità prosegue pagina dopo pagina fino a quando arriva, da non si sa dove e non si sa neanche perché, un tipo straordinario: bello liscio perfetto imponente, dalla folta lunga capigliatura rosa come i suoi pantaloni a sbuffo e con il naso al posto del naso (…e che naso!). Entra in scena teatralmente e ha immediatamente da ridire sul fatto che i cinque amici non facciano niente tutto il tempo e che sbaglino pure tutto quello che provano a fare.
“Non va bene! Bisogna trovarvi qualcosa, un progetto, una soluzione, un’idea!” dice il Perfetto. E qui girando la pagina per la prima volta vediamo i cinque amici con l’aria afflitta, preoccupata, anche indispettita, perché a loro le idee passano attraverso, si perdono tra le loro pieghe, oppure sono idee troppo molli, idee tutte al contrario e anche tutte sbagliate, ovviamente.
“Dunque non servite a niente! Siete delle vere nullità!” dice il Perfetto con aria disgustata… E qui tutti ci restano un po’ male: i cinque amici, il lettore e tutti quelli che ascoltano la storia, perché questi personaggi, saranno anche malfatti, ma sono stati subito simpatici a tutti… E allora, forse per la prima volta, i cinque amici cercano di trovare dentro di sé una risorsa, una qualità: c’è qualcuno a cui la rabbia e la tristezza passa attraverso, chi raccoglie i ricordi tra le proprie pieghe, chi vede il mondo da una prospettiva diversa, chi festeggia con gioia ogni volta che qualcosa gli riesce bene e anche chi si addormenta tranquillamente senza preoccuparsi granchè.
I bambini sia piccoli sia più grandi osservano con curiosità e simpatia la storia di questi cinque amici, accolgono con risate la comica e teatrale apparizione del vanesio Perfetto, con la sua grande chioma e il suo naso tagliente, attendendo con trepidazione di scoprire cosa succederà ai cinque e al loro invadente ospite.
Le immagini di Beatrice Alemagna, realizzate con matite, pastelli colorati, pennarelli e collage, hanno uno stile unico, riconoscibile e particolare. In questa storia, quasi più che in altri suoi albi, le illustrazioni sono proprio come i personaggi descritti: imperfette, sgangherate, spiegazzate, ritagliate, ma anche ariose, espressive, piene di dettagli “malfatti” che ne arricchiscono la semplicità, animando la vita e la casa dei cinque, dove regna la confusione creativa degli artisti, dove c’è spazio per la musica, la lettura, la natura, e dove tutti, piante, topi, ragni, sono i benvenuti.
Il testo della storia è semplice, immediato, dal ritmo lento dei perdigiorno, scritto quasi tutto in stampatello maiuscolo (solo da quando appare il Perfetto le parti di testo che non sono dialoghi vengono scritte in stampatello minuscolo) permettendo anche a chi sta ancora imparando di leggere la storia in autonomia.
Un inno alla diversità, che racconta come, se osservato con serenità e leggerezza, anche un apparente difetto può trasformarsi in un pregio, un confronto tra l’atteggiamento fanciullesco del dolce far nulla e quello imperioso della pianificazione e della perfezione. Un racconto sull’accettazione di sé e dell’altro, sulla tenera e incondizionata amicizia che lega questi strampalati fannulloni, lasciando il performante Perfetto nella sua arrogante solitudine.
Recensito da Sandy Chiussi