LENA, TRILLE E IL MARE
Maria Parr, trad. Lucia Barni
Beisler, 2017

Tornano i protagonisti di Cuori di waffel, SuperPremio Andersen 2015; sono cresciuti, hanno ormai dodici anni, ma li riconosciamo subito: Trille, che racconta al lettore, e Lena, impulsiva, combattiva, con la risposta sempre pronta. Sono cresciuti sì, alcune cose stanno cambiando e anche la loro amicizia viene messa alla prova, visto che essere in tre non è esattamente come essere in due. Arriva infatti una nuova compagna di scuola che si è trasferita nel fiordo dall’Olanda per un anno. Si chiama Birgitte e Trille un po’ se ne innamora, mentre pare che Lena non la sopporti. Del resto, Lena è strana: pesta sulle tastiere ancora più forte per indicare il suo disappunto verso la madre che continua a mandarla a lezione di musica e si riempie di lividi e graffi agli allenamenti della squadra di calcio dove però, dopo il cambio di allenatore e malgrado la sua bravura, non sta più in porta. Lena rumina e avanza a testa bassa; Trille tenta ogni traiettoria per incontrare Birgitte senza capacitarsi di come lei possa ridere in compagnia di Kay-Tommy e un po’ si scoccia quando vede il nonno e Lena insieme tramare un segreto.

Con la solita arguzia, con la capacità di andare in profondità rimanendo leggera, Maria Parr parla in questo libro non solo di quanto sia complicato crescere e coltivare negli anni un legame saldo, ma soprattutto di quanto sia difficile essere se stessi se gli altri vorrebbero importi qualcosa che non ti appartiene e sembra che quel che è importante per te non lo sia per nessun altro. Lena è esagerata nelle reazioni, nell’entusiasmo, nel prendere l’iniziativa, nell’infilarsi letteralmente nell’occhio del ciclone pur di avere una buona scorta di cioccolato, ma sa anche quando è necessario essere estremi nelle reazioni per essere presa in considerazione.

La storia si dipana lungo un anno, da estate a estate, in quattro capitoli che seguono il ritmo delle stagioni, con la scuola, lo sport, il ribes da raccogliere, il saggio di fine anno, il tempo per qualche sgridata e per un’impresa eroica per salvare il nonno. C’è anche spazio per una bella pagina in cui Trille racconta quanto sia normale mangiare gli animali a cui si è voluto bene: viene proprio dal Nord questo libro sincero e gaudente!

Quel che difetta forse è la copertina, apprezzabile dai più piccoli mentre il romanzo offre spunti interessanti anche per i lettori di 11-12 anni. Rispetto a “Cuori di waffel”, cambia la traduttrice: da sottolineare quindi il lavoro fatto a questo giro per mantenere una fluidità d’insieme, rispettosa dei lettori che hanno amato il precedente romanzo anche per la scrittura, per le espressioni di Lena, per la poesia di alcune riflessioni di Trille.

Età di lettura consigliata: 10+

(Recensione tratta dal blog Le letture di Biblioragazzi, a cura di Caterina Ramonda.)