Silvia Borando, Lorenzo Cerici
Minibombo, 2015
Dopo la sequenza delle sei chiavi colorate, ecco altrettante gabbiette con il loro ospite, prigioniero che è in procinto di ottenere l’agognata libertà. Un topolino ritratto insieme alla sua ruota, un coniglietto con l’immancabile carota, uno scoiattolo che può godere di un arbusto per arrampicarsi, un canarino tutto giallo e solo, una rana nella sua prigione acquatica, un porcospino e la sua mela. La porticina da aprire, coinvolgendo in modo attivo i piccoli lettori, è una finestrella che si solleva, presentandoci gli animaletti. Sorridenti e speranzosi, pronunciano un’unica, magica parola: “Grazie”.
Alla fine della sequenza, ecco un altro contenitore: non è una gabbia, è una teca con un ospite inatteso. Solita finestrella e grande sorpresa: un serpente giocondo, il più allegro di tutti gli animali. Inizia l’inseguimento delle prede: il rettile con le fauci spalancate e tutti gli altri in fuga, tra la sorpresa e il comprensibile terrore. L’ultima pagina, un finale esilarante, è anche un grande esempio di ironia e di impertinenza, quest’ultima spesso – e ingiustamente – bandita dai libri per i piccoli.
Un messaggio ironico e divertente, con un pizzico di cattiveria, quella che spaventa i grandi e che ai bambini piace tanto. Un albo che è un piccolo gioiello e una risposta decisa ai libri per l’infanzia che hanno la pretesa di insegnare come ci si deve comportare, cosa è giusto e cosa non lo è, ai libri carichi di moralismi che non coinvolgono e non sanno sorprendere.
Età di lettura consigliata: dai 3 anni
(recensione a cura di Ilaria Colasanti, tratta dal blog Le letture di Biblioragazzi)