JANE, LA VOLPE ED IO
Isabelle Arsenhault, Fanny Britt (trad. M. Foschini)
Mondadori, 2014
La Jane del titolo è Jane Eyre, la protagonista del romanzo di Charlotte Bronte, che una ragazzina legge sull’autobus, tornando da scuola, per liberarsi dalla mortificazione e dal panico causato dal bullismo delle sue compagne. Héléne è grassottella e si sente brutta, evitata dalle altre ragazze, anche perché è di famiglia modesta e incolore. Come la sua vita, raccontata con toni seppiati in una graphic novel intensa e toccante. (…)
Il colore, assente dalla vita reale, appare nell’immaginazione: la nostra giovane protagonista infelice si identifica con l’orfana della Bronte, che trova se stessa facendo la governante in una ricca dimora misteriosa nella campagna inglese, anche se non spera di trovare un equivalente lieto fine. Così evita i luoghi frequentati dalle sue compagne, ma le tocca la gita scolastica – una settimana sotto la tenda a contatto della natura – dove finisce in compagnia di altre due ragazzine emarginate. Non lega neanche con loro. E quando una sera, seduta fuori dalla tenda in compagnia dei suoi pensieri, vede accorstarsi una volpe, il colore appare anche nella sua vita: il pelo rossiccio dell’animale si staglia nel buio come una piccola fiamma, mentre si avvicina, come per offrirle la sua amicizia. L’idillio è interrotto dal furore delle sue compagne che la mettono in guardia dagli animali selvatici ma Héléne invece si sente proprio come loro: rabbiosa, malata, sola.
Finché non arriva Géraldine, allegra, festante, indifferente alle regole e ai pregiudizi, che la trascina a cercare le fragole, ride alle sue battute, e il mondo improvvisamente si riempie delle sue parole. Come in Jane Eyre c’è un lieto fine anche nella vita vera: la ragazza ha finalmente un’amica e incomincia a fidarsi di se stessa. La vicenda si snoda con leggerezza e intensità, un piccolo miracolo tra poesia e ritmo narrativo.
Età di lettura consigliata: dai 12 anni
Recensione a cura di Teresa Buongiorno, tratta da Liber # 103