L’ORCO DI MONTORTO
Eva Ibbotson
Salani, 2011
L’ultimo regalo di Eva Ibbotson, deceduta nell’ottobre scorso a 85 anni: un romanzo divertente e intrigante, nella sua chiave ironica e surreale, la più personale e interessante, che l’ha resa famosa. Anche se poi era maestra di narrazioni tradizionali, un po’ come Picasso, che non disegnava scarabocchi perché non sapeva dipingere, tutt’altro!
La trovata portante della Ibbotson è quella di prendere i personaggi fiabeschi, maghi e streghe, orchi e troll, principi e principesse, e trasportarli nel nostro presente, alle prese con i problemi di un mondo razionale ed emancipato. Qui abbiamo una Megera degli Acquitrini, che per vivere è costretta ad aprire in città un pensionato per Creature Insolite, anomale come lei, costrette dalla sorte a normali lavori della moderna civiltà: vale a dire il netturbino o il lavapiatti, tanto per dire. Tutti ritengono che la magia non vada usata per facilitarsi la vita, ma tenuta in serbo per le grandi imprese. La Megera ha appena perduto il suo famiglio, un rospo troppo stanco per potenziare i suoi poteri, e l’ha fortunosamente sostituito con un piccolo orfano che poteri non ha, ma supplisce con la grande passione e disponibilità: si chiama Ivo, ed è felice di sfuggire all’ordine ripetitivo dell’orfanotrofio. Con lui, la Megera dovrà andare a liberare una principessa rapita da un terribile Orco, per incarico delle Norne, tre vecchie che assomigliano alle Parche mitologiche. Li accompagnano un mago capoccione, che ha sette lauree ma gli manca quella in Vita Quotidiana, per cui finisce sempre incasinato, e un troll gigantesco e peloso che a Londra fa il portantino in ospedale, ora intenzionato a vendicare l’uccisione di suo fratello. Dopo un faticoso percorso, quando arrivano a destinazione, i nostri eroi avranno un’incredibile sorpresa: l’Orco non ha rapito la bambina, ma è una sua vittima. Lei lo perseguita perché vuol essere trasformata in uccello, e lui non ci riesce: la depressione lo ha privato dei suoi poteri magici e supplica tutti perché lo liberino da quella pestifera creatura.rnNon vi dirò di più, ma aspettatevi molte vicende insolite, ci sarà una guerra, arriveranno i fantasmi, e alla fine persino tre zie, insolite naturalmente. Nonostante l’inadeguatezza di queste mie parole, assicuro che si tratta di un piccolo capolavoro. Frequentarlo arricchirà la vostra vita di ironia e saggezza.
(recensione a cura di Teresa Buongiorno tratta da Liber)