CACCIA ALL’UOMO – QUELLO CHE è INDISPENSABILE SAPERE SUI CACCIATORI. Filippo Schillaci
Nuovi Equilibri, 2005

Chi, come il sottoscritto, si occupa quotidianamente di ambiente e di fauna, opera dando per scontate alcune condizioni ed alcuni vincoli.
Uno di questi vincoli è rappresentato dall’attività venatoria, il nome nobile della caccia, attività da garantire in base alla normativa esistente ed accettatto comunemente come un fatto “normale”.
Leggendo il libro di Filippo Schillaci tutta questa normalità appare assolutamente anormale, si evidenzia in tutta la sua abnormità il fatto che ad una categoria di cittadini vengono concessi “diritti” che sono preclusi a tutti gli altri, persino alle forze dell’ordine.
La libertà di accedere a fondi privati creando danni alle colture, la libertà di girare armati in luoghi frequentati da altre persone, la libertà di sparare senza dover garantire i diritti altrui, la libertà di agire fuori da ogni norma di sicurezza e di tutela dell’incolumità, propria ed altrui.
Uno dei fondamenti delle democrazie liberali recita: “la mia libertà finisce dove inizia la libertà degli altri”, la libertà dei cacciatori non finisce mai, anzi impone limiti alla libertà degli altri cittadini.
Impone limiti alla possibilità di passeggiare nei boschi in periodo di attività venatoria, per non rischiare di prendersi una fucilata, impone limiti alla possibilità di godersi il proprio giardino, per evitare di vedersi arrivare una rosa di palloni in faccia, impone limiti al riposo, disturbato dai colpi di fucile sin dall’alba, impone limiti alla salute, a causa dei numerosi incidenti che ogni anno sono legati alla caccia.
Perchè ciò avviene ? Per la semplice ragione che i cacciatori sono una forza organizzata, capace di azioni di lobbing, determinata e determinante per l’elezione di politici ad ogni livello, in grado di far convergere centinaia di voti di preferenza sui candidati più disponibili a non porsi domande imbarazzanti come quelle poste da Filippo Schillaci.
La sola risposta possibile è la cotruzione di una lobby delle vittime degli abusi, di una lobby dei cittadini stanchi di vedere limitata la propria libertà, sarà possibile costituirla ? Forse sì, se questo libro verrà letto e diffuso.

Marco Molgora