Psicologa. Sono nata in un luogo misto di campi e di fiume, sempre in bilico fra l’espandersi in un vero borgo e il gusto di isolarsi in poche case abitate da parenti stretti. Sarà per questo che il piacere, forse un tantino il bisogno, della mescolanza e della contraddizione mi accompagna e anche adesso che scrivo lo avverto come desiderio di raccontare e al tempo stesso di tacere. Ho compiuto studi disparati (come stupirsene?) e ho lottato – principalmente con me stessa – per definire un cammino e un’appartenenza nella quale riconoscersi abbastanza. Ora so che molto di ciò che considero importante è letteralmente e metaforicamente legato alla terra, all’attenzione per quel che vi si semina e che si aiuta a crescere ma anche alla capacità di “vedere”, rispettare e prendersi cura di ciò che nasce spontaneo e cerca un posto adatto per vivere. Alla disposizione accettata verso la perdita e alla possibilità di conservare la fiducia nella rinascita. Amo inoltre l’acqua, il suo rumore, i colori che prende, la sua sola presenza. La sua vicinanza come conforto e meraviglia. E poi i libri, che mi paiono davvero indispensabili. Le parole, così capaci di definire i pensieri e al tempo stesso così inette a farlo fino in fondo, le sento sorelle. Di più o di meglio non saprei dire.