80 MIGLIA
Antonio Ferrara
Einaudi Ragazzi, 2015
Ci sono libri nati per essere letti ad alta voce. Dentro ci senti la voce dell’autore e, se lo conosci, puoi immaginartelo che parla, gesticola, conquista con le sue parole i giovani lettori che ha di fronte. Leggendo il primo capitolo di questo romanzo davanti a centoventi ragazzi stretti in uno dei laboratori del Bookstock Village al Salone del Libro di Torino giusto una settimana fa, Antonio Ferrara ha suggerito che questa storia viene da lontano e porta con sé echi di leggende e racconti, dell’epopea che narra a conquista del West, vista in queste pagine da un punto di vista particolare: la conquista di nuove terre attraverso la colonizzazione e la costruzione della ferrovia da parte della Union Pacific.

Il treno la fa da padrone: la grande locomotiva affascina Billy che un giorno ci salta su, abbandonando la famiglia e seguendo gli operai che si spostano di ottanta miglia (la distanza massima permessa dall’autonomia di vapore del treno) e in ottanta giorni danno vita a una stazione dove già qualcuno si è insediato dando all’agglomerato che diventerà una nuova città nomi di speranza come Hopeville, Golden City, Blue River. C’è un mondo nuovo attorno, un mondo in movimento, ci sono nuovi amici, una ragazza che sembra non aver paura di niente, territori sconosciuti e altri modi di intendere la natura e la vita: l’incontro con i nativi che diventa uno scontro, la figura di Buffalo Bill entrano nella storia e aprono spiragli per cercare altre storie, per soddisfare curiosità.

Il motore di tutto è però la parola: ad affascinare Billy tanto quanto il treno infatti è la figura di Joe, che la sera racconta al saloon di quelle terre che stanno ottanta miglia più in là, dove se sputi il mattino dopo trovi l’insalata fresca, dove i cavali selvaggi sono tanto docili che basta un fischio per catturarli, dove il cielo è più blu di tutti gli altri cieli. Joe fa entrare chi ascolta nella spirale del racconto, gli fa letteralmente vedere – grazie alla potenza delle parole – quel che dice e la gente parte. Billy procede in bilico: sa che molte sono bugie e sa parimenti la forza che ha un sogno acceso nel cuore delle persone, che spinge a mangiare polvere per chilometri, a posizionare traversine e rotaie, a non guardarsi indietro.

E appunto potete usare la forza delle parole leggendo ad alta voce alcuni brani nei percorsi di lettura, lasciando in sospeso il racconto e consegnando il libro ai ragazzi perché seguano i sogni dell’Ovest e lo sguardo di Billy.

Età di lettura consigliata: dai 10 anni.

(recensione a cura di Caterina Ramonda, tratta dal blog Le letture di Biblioragazzi)