Chiara Carminati
Mondadori, 2016
Con una scrittura vivace, appassionata l’autrice riassume in brevi frammenti la vita di queste straordinarie figure che hanno faticato, lottato con pervicacia per affermare semplicemente se stesse, le loro inclinazioni. È il caso di Josephine Baker. Nata poverissima, fu costretta a lavorare da bambina, ma non rinunciò mai all’aspirazione di danzare e di cantare. Fece una gavetta che la portò dai teatri di strada di Saint Louis fino a Parigi dove, negli anni ’30 del secolo scorso, divenne una ballerina e una cantante osannata dal pubblico. Così come Artemisia Gentileschi non smise mai di dipingere opere meravigliose che le permisero di entrare a far parte – nel 1616! – della Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, prima donna in una prestigiosa istituzione sino ad allora riservata agli uomini. Una miniera di notizie preziose e curiose compone questi brevi ritratti femminili dandoci anche uno spaccato interessante delle loro famiglie di provenienza. Dei padri per esempio che, non di rado, consapevoli del valore delle figlie, le aiutarono a trovare la loro strada, opponendosi a madri ancorate ai ruoli femminili del tempo. Come accadde alla scultrice Camille Claudel che da giovane, alla fine del 1800, studiò e visse a Parigi con le amiche sollecitata proprio dalla figura paterna. Insomma il risultato è una divulgazione avvolgente, fresca che cattura il lettore dalle prime righe e lo sollecita verso nuove curiosità.